L’Africa ti conquista

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Ho pensato e ripensato alla mia Africa, e fin ora non ho mai messo su carta le mie emozioni perché a tante non so dare un nome o comunque so che nessuna parola potrebbe esprimerne l’intensità e la potenza. Se dovessi dire cosa mi ha colpito di più direi: la purezza e la bellezza della vita e dell’essere vivo. Questa è la più grande lezione che l’Africa mi ha dato. L’amore per la vita, in tutta la sua complessità. La vita che è disagio, rabbia, ingiustizia, dolore ma anche gioia, spontaneità, riconoscenza, gratitudine, bellezza; perché quando apparentemente hai poco e invece senti di avere tutto, capisci che la vita è un’immensa bellezza nonché la più grande ricchezza che si possa desiderare e avere. L’Africa mi ha sbattuto in faccia con prepotenza questo: la ricchezza più grande è saper amare la vita. E non è facile, e non è scontato; è sconvolgente soprattutto che ad insegnarmelo sia stato proprio chi, per il nostro modus vivendi, non ha niente. Saper vivere significa essere grati per tutto quello che ci appartiene e ci circonda; significa accettare e vivere il dolore così come la gioia, consapevoli che siano entrambi, e allo stesso modo, essenziali; significa godere il “qui ed ora”, noia annessa e connessa; significa guardare il bicchiere mezzo pieno anche solo perché, nonostante tutto, si è vivi; significa meravigliarsi e sorprendersi delle piccoli cose; significa condividere, credere, avere fiducia, osservare, ascoltare, amare.

 

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Ringrazio l’Africa oggi e la ringrazierò per sempre. Ricordo ogni istante, ogni sensazione, ogni emozione… e, se potessi, rivivrei proprio tutto allo stesso modo. Africa è speranza; Africa è fiducia; Africa è calore e gratitudine. Le immagini che mi scorrono in testa mentre scrivo sono infinite, ma la prima sono i piedi. Piedi di un bimbo pieni di cicatrici con dentro insetti; piedi stanchi di anziani saggi, che continuano a camminare e illuminare il villaggio come possono; piedi di donne inarrestabili e invincibili, che non si fermano e che con tanti pesi continuano (spesso a stento) a camminare; piedi di ragazzi che costruiscono e camminando e costruendo, sognano un domani diverso e migliore. E poi le mani: mani che si stringono, si incontrano, si sostengono.

Sì, l’Africa è speranza. Perché si piega e non si spezza, con le sue mani e con i suoi piedi si fa luce e trova la luce; è un popolo che sta andando avanti, è scuole che si costruiscono, persone che studiano, imparano e progettano. Ho fatto e visto cose che non avrei mai pensato di fare e vedere, eppure mi sono sentita sempre a casa e non ho mai desiderato di essere altrove se non lì. Sono andata per “dare” e ho ricevuto l’inimmaginabile. L’Africa mi ha regalato occhi e mente nuovi per guardare il mondo e per questo le sono riconoscente oggi e per sempre, così come sono riconoscente alle “guide” (di cui ho una stima immensa) che mi hanno permesso di vivere quest’esperienza e ai miei compagni di viaggio, dal primo all’ultimo, perché non ne avrei potuto desiderarne di migliori. L’Africa non è terra da conquistare… l’Africa ti conquista!

 

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