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La Pépinière: un “vivaio” di speranza


Una delegazione di GuineAction onlus ha vissuto giorni indimenticabili a Kissidougou e, in particolare, nella nostra scuola, “La Pépinière”. Provo a raccontare con le parole, ma mi farò aiutare anche dalle immagini perché possa essere percepita l’emozione degli istanti vissuti con i nostri bambini, ragazzi e giovani.

Ciò che segna profondamente tutti coloro che fanno quest’esperienza è la percezione di quanto siano straordinari e significativi i gesti quotidiani che i bambini compiono: alzarsi presto per recarsi a scuola, cantare l’inno nazionale, alzare la bandiera guineana, pregare insieme prima di affrontare la giornata di scuola, entrare in classe con ordine, affrontare l’interrogazione o il compito in classe, lo svolgersi delle lezioni… tutto questo è estremamente ordinario ma, osservare lo svolgersi di questo rituale quotidiano, ci fa intravvedere la portata e il senso profondo di quello che la scuola rappresenta per una società civile. Davvero il nome “pépinière” rappresenta quello che è la scuola, ovvero un vivaio che coltiva semi di speranza!

E’ per questo che ad ogni viaggio trascorriamo lunghe ore con i bambini e i ragazzi. Vederli crescere, diventare forti, belli, vedere che imparano e mettono a frutto la conoscenza, ci rende spettatori privilegiati di un laboratorio di futuro e di bellezza. E non possiamo non pensare a tutti i sostenitori italiani che, con sacrificio, sostengono proprio quei bambini. Vorremmo poter esprimere la profonda gratitudine che ogni alunno sente verso il proprio sostenitore e ci piacerebbe trasmettervi la consapevolezza che la scuola è l’unico vero antidoto al degrado e alla violenza.

A tutti voi perciò dedichiamo queste immagini.

Il presidente porta il saluto dei sostenitori italiani a tutti gli alunni de La Pépinière
Il presidente porta il saluto dei sostenitori italiani a tutti gli alunni de La Pépinière

Il canto dell'inno nazionale
Il canto dell’inno nazionale

Il preside e gli alunni durante la ricreazione
Il preside e gli alunni durante la ricreazione


I bambini della materna
I bambini della materna


I ragazzi delle medie
I ragazzi delle medie





L'edificio come si presenta a gennaio 2024
L’edificio come si presenta a gennaio 2024


Il prossimo impegno è di realizzare al più presto il tetto
Il prossimo impegno è di realizzare al più presto il tetto

Un augurio speciale da don Pierre

 

Cari amici e sostenitori di GuineAction,

 

Al termine di questo anno particolarmente faticoso, segnato da atteggiamenti di rassegnazione all’odio, all’inciviltà, alla disumanità,  contrassegnato dall’orgoglio dei potenti che portano tanti conflitti e miserie e che usano la propaganda per diffondere false dichiarazioni che parlano in modo vano di giustizia o di pace – ipocrisie che condannano i più fragili e ignoranti – vorrei augurarvi tanta serenità, tanta pace e tanto bene e incoraggiarvi a credere possibile la speranza di un futuro migliore.

 

Coltiviamo la speranza in un futuro dai colori dell’arcobaleno: speranza nella realizzazione di quello che avremmo sempre voluto essere ma non lo siamo ancora stati, di quello che avremmo sempre voluto fare ma non l’abbiamo ancora fatto, di quello che avremmo sempre voluto credere ma non l’abbiamo ancora creduto e di quello che avvremmo sempre voluto vivere ma non l’abbiamo ancora vissuto. E’ solo in Dio che le nostre speranze trovano concretezza, è solo da Lui che nasce una leggerezza dinamica che ci spinge a superare ogni forma di incertezza e paura per trasfigurare la nostra quotidianità alla luce della Sua presenza.

 

Vi auguro un anno pieno di luce, nella fede di avere sempre Dio in noi e con noi, attraverso ogni incontro ed ogni scelta; attraverso ogni avvenimento ed ogni circostanza. Un augurio profondo a tutti quelli che sono particolarmente provati, per loro prego e invoco la benedizione del Dio della vita.

 

Approfitto di questi auguri per ringraziare tutti voi per i vostri gesti ed iniziative di fraternità, di amicizia e di generosità nei confronti di tanti bambini della Guinea, la mia amata terra.

 

Tantissimi auguri di buon Natale e felice anno nuovo ad ognuno di voi ed a tutte le vostre famiglie.

 

don Pierre Baba Mansaré

 


L’appello. Rompiamo il silenzio sull’Africa

Fonte: Avvenire.it

“Mai senza l’altro” Calendario 2023

Abitiamo un tempo complesso: dopo tre anni di pandemia nei quali ci siamo abituati a tenere le distanze, ora è il momento di tornare ad accorciarle, urgentemente, perché nessuno si confonda pensando di poter stare meglio senza l’altro! Ho scelto solo foto di contatto: con la terra, con la natura, con gli animali, con le persone. Le frasi tentano di sondare l’immenso bisogno che ciascuno di noi ha di lasciarsi toccare.

Il tema di quest’anno è una velata protesta, una forma di gentile resistenza contro ogni forma di violenza di chi uccide, perché non sopporta la diversità; imprigiona, perché non accetta il dissenso; chiude i confini, perché ha paura che l’altro gli rubi spazio; imbavaglia, perché non è disposto al confronto; compete, perché pensa che collaborare sia ingenuo; umilia, perché pensa sia l’unico modo di affermarsi.

“Mai senza l’altro” è il nostro modo di essere. E’ la scelta di accorciare le distanze ogni volta che l’altro ci sorprende, semplicemente con il dono della sua presenza!

Alfredo

Il ricavato delle offerte raccolte sarà destinato alla realizzazione del tetto della Scuola “La Pépinière” di Kissidougou

Aiutaci a diffonderlo!


Puoi trovare i calendari nei seguenti punti:
1) Fraternità Monastero di San Magno – Fondi


2) Pasta Ermanno – Fondi
Orario apertura Martedì – Sabato 8.00 – 13.00; 16.30 – 19.30 Domenica 8.00 – 13.00


3) Associazione cose dell’altro Mondo. Bottega del Mondo – Itri
Orario apertura Lunedí 16.30- 19.30 Martedì – Sabato 8.30 – 13.00; 16.30 – 19.30


4) Parrocchia Sant’Erasmo V.M. – Formia
Tutti i giorni prima e dopo le S. Messe

Oppure contattare:
Formia: Associazione GuineAction 3394645234 – Ugo Tomassi 3293821645
Fondi: Maria Zibini 3478338228
Avezzano: Giuseppe Loconsolo 3391973736

INFO +39 3394645234

Calendario 2023 di GuineAction. Mai senza l'altro
Il calendario è realizzato con foto e testi di Alfredo Micalusi

Don Pierre: auguro una vita luminosa e creativa!

“La Pépinière”: don Pierre con alcuni alunni della scuola

Ogni anno, celebrando il Natale, e guardando al nuovo anno, ciascuno di noi esprime la ferma convinzione che la luce è più forte delle tenebre, che la speranza è superiore alla disperazione e che l’amore vince l’odio. Necessariamente occorre anche l’impegno della volontà, il coinvolgimento della responsabilità e la concretezza della fede che trasformano la quotidianità rendendola luminosa e creativa.

Mi viene da pensare alle tante persone indebolite interiormente e impantanate in diverse forme di povertà materiale, spirituale, morale, e culturale. Sono le tante facce della povertà, anzi della miseria, che continua a disumanizzare e ad opprimere i deboli e i piccoli.

Ma questo è anche il momento di rallegrarsi del fatto che le tante fatiche ci hanno portato anche dei progressi personali e comunitari. Che Dio sia lodato!

Vorrei cogliere questa occasione per esprimervi personalmente, tutta la mia gratitudine e la mia amicizia. 

A nome di tutti i bambini e delle loro famiglie che da anni sostenete, vi ringrazio per la grandezza dei vostri cuori che muove la vostra generosità verso il mio popolo.

Mi rendo conto che ai vostri occhi il contributo che date per il sostegno allo studio sembra poca cosa, ma per me che vedo crescere ogni anno i bambini e i ragazzi, per me che li vedo maturare e diventare grandi, vi assicuro che è una cosa straordinaria!

Siamo orgogliosi di constatare che grazie a voi, attraverso l’Associazione GuineAction Onlus, centinaia di bambini che prima avevano pochissime opportunità, ora stanno raggiungendo un alto livello di istruzione e di educazione; grazie a voi, centinaia di famiglie povere sono felici di vedere i propri figli studiare nelle scuole più qualificate, come qualificata è considerata anche “La Pépinière“, la nostra scuola di Kissidougou.

Ed è sempre grazie a voi che centinaia di persone vengono curate nelle strutture sanitarie di GuineAction: quella di Kankan, Hèrèyadou e quella di Kissidougou, Kèndia Num ndo

Consapevole e orgoglioso del dono della vostra grande amicizia, non posso rimanere indifferente alla fine dell’anno 2022, senza inviarvi i miei migliori e sacri auguri per il nuovo anno 2023 che sta bussando alle nostre porte.

Possa la luce del Natale splendere sempre su ciascuno di voi e sulle vostre famiglie!

Possa lo Spirito di Dio disporre i vostri cuori ad affrontare con serenità e fiducia tutte le sfide che vivrete quest’anno! 

Possa la grazia e la benedizione di Dio aprire prospettive di pace duratura, di autentico progresso e di stabilità politica e sociale per tutte le famiglie e le nazioni! 

Possa il Signore conservare sempre in voi la fiamma di generosità e di benevolenza, di fede e di speranza!

Tantissimi auguri a tutti voi e a tutti i vostri cari.

don Pierre Baba MANSARÉ

don Pierre nel cantiere della Scuola

La profezia che ci muove

Appunti di viaggio (4 Luglio 4 Agosto 2022)

Lascio ancora una volta l’Italia e l’Europa con il suo carico di tensioni irrisolte e atterro ancora sul continente africano con il suo carico di speranze tutte da realizzare.

Un viaggio duro. Dopo due anni e mezzo di lookdown, mascherine e igienizzanti, credo che il mio sistema immunitario si sia impigrito perché non ho mai avuto tutti questi problemi intestinali e reazioni esagerate ad ogni piccola sollecitazione esterna. Ma questo non mi impedisce di sentirmi pienamente dentro l’esperienza, di entrare in contatto con la gente ascoltando con tutta calma, senza cedere alla cattiva abitudine di sovrapporre le parole interrompendo l’interlocutore e senza l’impazienza di chi «non ha tempo da perdere». Questo mi rimette in un equilibrio interiore tale che né la dissenteria, né le fragilità fisiche riescono a turbare.

Nei giorni lenti e calmi di Kissidougou, ritmati dal canto degli uccelli e dallo schiamazzo dei bambini, lontano dalle suonerie cibernetiche della messaggistica istantanea e dai ritmi frenetici di uno mondo che ha sostituito la cura con la produzione, l’attenzione con l’efficienza, emerge sempre più forte la consapevolezza di essere davvero dentro una transizione storica che fa appello alla responsabilità di tutti e richiede un di più di creatività. La sensazione è quella di chi ha il privilegio di guardare le cose con la giusta distanza critica da poterle valutare in modo diverso: come chi guarda la città dall’alto di un monte e ne rivaluta le proporzioni, ne soppesa le criticità con la chiarezza che nessuno può avere rimanendo immerso nella giungla di cemento.

Ebbene: c’è bisogno di profezia! La città uccide tutti i suoi profeti e continua ad affidarsi a sedicenti salvatori che pagano studiosi di marketing per trovare formule semplici da ripetere come mantra per trattare problemi complessi che nessuno di essi ha davvero compreso! Sulla polvere dei profeti passeggiano portaborse dai tanti volti, ragionieri di numeri vuoti e avvocati di leggi senza etica.

La città soffoca per mancanza di profezia. Chi ha davvero una visione d’insieme? Chi ha l’audacia di sognare e nello stesso tempo la pazienza di analizzare la complessità del reale senza semplificazioni funzionali all’esercizio di un potere o all’affermazione di una propria egemonia?

Occorre, lo dico con convinzione, riappropriarsi di quella profezia di una umanità inedita che né la religione né la scienza sono state in grado di tenere viva!

La religione non ascolta neppure i suoi profeti ed è ancora troppo impegnata a difendere dio dall’ideologia secolare e a cercare di salvare i pochi privilegi rimasti alla sua chiesa che ribolle di tradizionalisti nostalgici di tempi in cui l’Impero le accordava i suoi favori in cambio della sua benedizione e del suo appoggio. Mi sento profondamente vicino a tutti le donne e gli uomini di Fede, religiosi o no, che credono possibile quell’umanesimo integrale che Gesù di Nazareth chiama Regno di Dio e che molti hanno cercato assegnandogli nomi e forme diverse. Mi chiedo: abbiamo davvero compreso Francesco D’Assisi che chiamava ‘sorella’ l’acqua? Non faceva solo della poesia! Francesco, che “conosceva i segreti delle cose” – come dice di Lui Tommaso da Celano – rendeva esplicita quella intima correla zione tra l’acqua e l’uomo. Questa conoscenza non può essere ridotta alla formula chimica H2O e, men che meno, alla pura riduzione dell’acqua a mezzo, o peggio, a merce! Sono stufo della Chiesa che va in chiesa, tutta intenta alla sua autoconservazione, credo nella Chiesa che raccoglie con entusiasmo la profezia di Francesco D’Assisi e della Laudato si di papa Francesco e, intorno a questa luminosa profezia, lavora per unire menti e cuori in una solidarietà planetaria. E a proposito di acqua: ma Italia è ancora un paese democratico se, nonostante il referendum del 2011, l’acqua continua ad essere sempre più oggetto di privatizzazione e mercificazione? Ma c’è ancora la costituzione secondo la quale ‘il potere apparterrebbe al popolo’? Non voglio neppure toccare il tema delle prossime elezioni politiche e della possibilità che ci è data di votare chi riteniamo davvero capace! Mi trovo in un paese governato da una giunta militare, la gente non ha scelto chi li governa… ma non sono sicuro di provenire da un paese dove, esercitando il diritto di voto, mi sarà data davvero l’opportunità di scegliere chi dovrà governarci!

Ma torniamo ai profeti. Abbiamo davvero compreso l’enormità di quanto papa Francesco sta compiendo in questi giorni con il suo viaggio in Canada? Lo vediamo con i curiosi copricapo di penne colorate e magari pensiamo che sia una cosa indegna per un “pontefice”. Ma questo è un viaggio penitenziale! E le popolazioni originarie di quelle terre hanno colto la portata di questo gesto di umiltà e di riconciliazione. Storcano pure il naso i nostalgici di papa Alessandro VI che il 6 maggio 1493 scriveva ai re di Spagna ringraziando le loro Altezze per aver inviato Cristoforo Colombo “a cercare isole e terre remote” e dopo aver ricordato che tra tutte le opere accette alla divina maestà “ce n’è una che risalta in maniera particolare… che i popoli barbari siano vinti e condotti alla fede” e arriva a dichiarare in quanto “vicario di Gesù Cristo” e dunque monarca supremo della terra, che egli dona e assegna ai sovrani “tutte le isole e terre trovate e da trovare, scoperte e da scoprire”. Deliri di onnipotenza di tempi teocratici che speriamo siano per sempre finiti! Quando nel 1985, Giovanni Paolo II si recò in Perù, una delegazione di indios andini, tra i quali Ramiro Ranyaga del Movimento Tupac Katari (kechua), gli consegnò questo messaggio: “Noi, indios delle Ande e dell’America, abbiamo deciso di approfittare della visita di Giovanni Paolo II per restituirgli la sua Bibbia, perché in cinque secoli essa non ci ha dato amore, né pace, né giustizia. Per favore, riprenda la sua Bibbia e la restituisca agli oppressori, perché loro più di noi hanno bisogno dei precetti morali in essa contenuti. Infatti con l’arrivo di Cristoforo Colombo, in America si sono imposti una cultura, una lingua, una religione e valori che erano propri dell’Europa”. Le violenze di ogni genere subite dai minori indigeni nelle scuole cattoliche del Canada sono conseguenza di una cultura in cui la religione viene imposta con i metodi dei colonizzatori che trattano le altre culture come inferiori. La memoria di questi orrori è stata coperta per troppo tempo da un’omertà vergognosa. E Francesco, con il peso dei suoi anni e delle sue fragilità compie gesti di verità e di riconciliazione senza i quali non ci può essere alcuna possibilità di ritorno alla freschezza della Fede basata sul Crocifisso Risorto e non sui deliri teocratici di una chiesa Imperiale.

Lo dico con chiarezza: io sono orgoglioso di avere come guida profetica papa Francesco! Ritengo che il vento dello Spirito di Dio che non lascia riposare la polvere, soffi forte nelle sue parole e nei suoi gesti!

Poi c’è la scienza. La razionalità illuministica vantava di averci liberati dall’oscurantismo religioso. Ci ha dato il progresso scientifico e tecnologico a cui dobbiamo molto! Ma la ragione non ha mantenuto le promesse messianiche che aveva avanzato con le stesse cadenze religiose assolutiste che tanto aveva criticato. Ecco ora la scienza alle prese con le sue contraddizioni! Prometteva di salvarci da tutti i mali ma oggi, se c’è un male che occorre davvero temere, è esattamente lo stesso potere consegnato dalla scienza nelle mani dell’uomo! Oggi sappiamo con certezza che, se l’apocalisse ci sarà, non verrà per i fulmini scagliati dal cielo ma per la stupidità delle scelte compiute qui in terra. Non sono i religiosi apocalittici o gli invasati fanatici a lanciare il monito del pericolo della fine, sono gli scienziati stessi!

L’impostazione dualista del metodo scientifico che contrapponeva soggetto e oggetto, prometteva che l’uomo-soggetto, con la sua ragione tecnologica, avrebbe dominato la realtà ridotta a oggetto. Lo ha fatto! Ma ora è la realtà a ribellarsi alla sua riduzione a “cosa”!!! La ragione ha dimenticato la poesia! Il delicato segreto di ogni cosa! Tutto è diventato funzionale al dominio e al profitto. Ma il cosmo è più che una cosa da dominare: è Madre, è Vita, è Casa, è Bellezza, è Armonia… Quando capiremo che l’oggetto è parte del soggetto?! Non si può di spremerlo a vantaggio del dominio!

Prendiamo l’Italia: in questi giorni è alle prese con la più grande crisi climatica e idrica che abbia mai visto! Ed è solo un assaggino della completa irrazionalità del sistema che consideriamo “moderno” e “tecnologico” ma che sta mostrando il suo volto più irrazionale, più tragico e autodistruttivo. Prendiamo l’Europa, alle prese con una guerra di aggressione assurda da parte della Russia ai danni dell’Ucraina, una guerra che rischia di degenerare nel peggiore degli incubi che le armi atomiche evocano. Una guerra che nessuno dice di volere ma alla quale l’unica risposta che si è capaci di dare, è di impiegare le risorse sempre più scarse, non per il sociale, non per il lavoro, non per rilanciare l’economia… ma per produrre più armi e per aumentare il potenziale distruttivo! Cosa c’è di razionale in tutto questo? A cosa servono tutta la conoscenza e tutti i progressi scientifici se poi li usiamo per l’autodistruzione?!

I bambini de La Pépinière salutano gli amici italiani

Ed io sono qui, nel cuore dell’Africa che brulica di vita. Che ci faccio qui? Ha senso essere qui nel cuore di una cultura del tutto marginale all’etnocentrismo occidentale? Non so rispondere se la coscienza di questo cambiamento d’epoca potesse emergere in altro modo ma da qui mi è tutto più chiaro.

Non sarà giunta l’ora di riconciliarci con il mondo??! Non sarà questo il tempo di trattare l’oggetto (biosfera) come una parte del soggetto (umanità) e di cominciare a rispettarlo?

Non sarà giunto il momento in cui finalmente l’homme depasse l’homme, il tempo in cui la storia si apra alle possibilità umane ancora inespresse e inedite?

Non sarà il tempo in cui rinasciamo finalmente liberi dall’istinto preumano del dominio e capaci di assumere la centralità della biosfera come criterio delle nostre scelte?

Non sarà il tempo di narrare una storia diversa da quella che narrano i conquistadores, una storia che includa la memoria dei perdenti e il loro punto di vista?

Non sarà giunto il tempo in cui chiamiamo le cose per nome e la smettiamo di raccontare la favola di quelli che “li aiutano a casa loro” e cominciamo dire con chiarezza l’amara verità che noi siamo quelli che “rubano a casa loro”?! Che noi siamo quelli che pagano le mafie d’oltre mare per creare i nuovi campi di concentramento e bloccare i flussi di quelli che scappano dalla povertà e dalle guerre che noi stessi abbiamo generato?!

Non sarà il tempo di una analisi più lucida che ci permetta di risalire non solo alle radici cristiane dell’Europa ma, ancora prima, alle radici culturali vetero-europee del cristianesimo. La freschezza dell’annuncio evangelico, è stato riformattato da una cultura dove:

il potere conta più delle persone; la proprietà privata è più sacra della originaria destinazione universale dei beni che servono per la vita; il sacrificio (possibilmente degli altri) è l’unica strada della salvezza mentre la misericordia e l’amore sarebbero dei bei sentimenti che attengono alla sfera privata ma che nulla hanno a che fare con la realpolitik.

Non sarà il tempo di tornare alla Fede nel Dio di Gesù Cristo, padre dei piccoli e dei poveri, dei vinti e degli esclusi, delle vittime del potere sanguinario che continua a crocifiggere il Figlio dell’uomo?

Non sarà il tempo in cui finalmente ricominciamo ad ascoltare i folli, i poeti, i sognatori e i visionari?

Non sarà giunto finalmente il tempo dei profeti?

La profezia intende il futuro come luogo di una pienezza possibile, denuncia l’inaccettabilità della realtà presente e pone le basi per una realtà in cui diventa praticabile l’incontro tra il possibile e il reale.

Ci piace pensare che con i progetti di GuineAction noi siamo nel cuore di questa profezia.

Ci piace pensare che, in questa terra tutt’ora oggetto di un feroce sfruttamento colonialistico da parte dei paesi occidentali, GuineAction si pone in completa discontinuità perché non è interessata alle immense ricchezze della Guinea, è interessata all’amicizia con il popolo guineano.

Ci piace pensare che, senza la pretesa di risolvere il mondo, umilmente proviamo a ripartire da un investimento concreto sulla scuola perché siamo convinti che il mondo poggia sulle spalle dei bambini che studiano.

Ci piace pensare che la cultura sia l’unica strada per un’etica planetaria in cui il rispetto della vita in tutte le sue forme sostituisca definitivamente le logiche nazionalistiche e sovraniste che prevedono la violenza verbale, psicologica e fisica come male necessario.

Crediamo fermamente che la cultura sia l’unica via per risvegliare una coscienza planetaria per la quale, il ripudio della guerra non è più solo una formula scritta su carta ma la consapevolezza profonda di un legame che unisce tutti e tutto in un destino comune che sarà di pace o non sarà.

Crediamo fermamente che ogni cultura merita di essere conosciuta e che lo scambio interculturale è la strada maestra per una umanità capace di generare il nuovo.

Crediamo che il vero modo di vincere è con-vincere!

E intanto qui piove!

Come vorrei che un po’ di quest’acqua scendesse lieve sulla nostra bella Italia! L’Italia e il mondo hanno bisogno della saggezza e della profezia africana più di quanto pensino, più di quanto siano capaci di ammettere. Si, mi auguro che piova! Che un po’ di quest’acqua che tutto rende vivo giunga a dissetare le labbra aride del vecchio mondo rendendolo capace di un nuovo umanesimo che sappia concepire un mondo senza nemici e senza armi, come profetizzò Isaia che vide le spade trasformarsi in vomeri e le lance in falci (Is 2,4)!

Alfredo

La Pépinière 12 Luglio 2022

Da un capo all’altro della terra, dalla notte dei tempi, l’uomo è costantemente in ricerca e si è dimostrato capace di continue scoperte. Anche se dal mio Continente talvolta si guarda all’Europa e all’Occidente con il desiderio di raggiungere lo stesso livello di progresso, noi sappiamo bene che la ricchezza di relazioni, che caratterizza le nostre culture, sono il nostro valore aggiunto, sono un capitale umano capace davvero di generare il nuovo! E’ la coscienza di un legame che ci unisce tutti la forza della cultura africana! L’identità non è qualcosa che si costruisce escludendo l’altro: capisco meglio chi sono solo quando mi confronto con chi è diverso da me. Il vero progresso, perciò, è nella capacità di creare, aver cura e salvaguardare i legami di amicizia.

Sono d’accordo con Alfredo quando pone il problema delle tematiche planetarie, di proporzioni tali che nessuna risposta può più essere individuale. Solo la coscienza capace di aprirsi davvero all’altro e di porsi come un “noi”, è capace di autentico progresso nella direzione di quel nuovo umanesimo che rende possibile la profezia di Isaia, di Michea e tanti altri che nella storia, hanno creduto possibile una umanità di fratelli e sorelle senza piu’ nemici da combattere.

Il nostro mondo in subbuglio, con tutto il suo carico di gioie e dolori, con le sue speranze e angosce, può ritrovare armonia solo rifacendosi a questa visione universalistica che trascende ogni concezione ideologico-religiosa o politica. I progetti di GuineAction che condividiamo con tutti voi, sono il nostro modo di partecipare alle criticità della storia attuale senza semplificazioni e senza pretese ma con la certezza di partecipare a rendere concreta una visione profetica che ci apre ad un orizzonte di speranza.

I proverbi sono il nostro modo di trasmettere la sapienza antica alle nuove generazioni, perciò mi piace concludere ricordandone uno: “non si può dipingere bianco su bianco, né nero su nero, ma l’uno ha bisogno dell’altro per meglio rivelarsi e affermarsi”.

Continuiamo ad incontrarci nella consapevolezza di far nascere qualcosa di nuovo, o meglio, di rinnovarci noi stessi con l’aiuto reciproco.

Dal 14 Agosto prossimo, fino alla fine di settembre, sarò in Italia e, con Alfredo e gli amici del Direttivo di GuineAction, vogliamo incontrare tutti i sostenitori e soci. Per meglio arrivare a tutti, cercheremo di organizzare incontri cittadini o zonali. Sarà l’occasione di riabbracciarsi e di consolidare la nostra amicizia.

A presto allora! Vi abbraccio tutti

Pierre

Pierre al lavoro con i ragazzi piu’ grandi, alunni de La Pépinière

Voglia di Partecipare. Assemblea di GuineAction

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L’ASSOCIAZIONE GUINEACTION ONLUS convoca l’Assemblea dei soci, sostenitori e amici per Sabato 18 dicembre 2021, ore 19:30 presso la Parrocchia Sacro Cuore di Gesù – Via Giuseppe Garibaldi, Formia.

Sarà un’occasione per incontrarci dopo la lunga distanza dovuta all’emergenza sanitaria. Verrà presentato un aggiornamento sull’avanzamento dei progetti, nonchè la nuova edizione del Calendario 2022.

Ordine del giorno:

Aggiornamento stato lavori complesso scolastico “La Pepiniere”

Aggiornamento progetto “Sostegni allo studio”

Presentazione Calendario 2022

Varie ed eventuali

NON MANCARE E PORTA CON TE QUALCHE AMICO!

è l’occasione per conoscersi, farsi conoscere, fare rete…  
E’ necessario avere il green pass da presentare all’ingresso.

Crisi sanitaria. La Guinea alle prese con diverse epidemie

Pubblichiamo per intero l’articolo del 22 agosto 2021 di Gianluca Uda che scrive su www.africarivista.it

https://www.africarivista.it/la-crisi-della-sanita-in-guinea/189762/

La Guinea sta vivendo ormai da alcuni mesi una situazione sanitaria complicata. Il virus dell’ebola è riapparso all’inizio dell’anno e, anche se l’epidemia attualmente è sotto controllo, nella regione N’Zérékoré a destare molta preoccupazione è il virus Marburg, apparso all’inizio di Agosto, a causa del suo elevato tasso di mortalità. A Conakry, la capitale del Paese, attualmente si stanno registrando i primi decessi causati dalla variante Delta del Covid-19. Queste emergenze pesano su un Paese che deve già fare i conti con grandi difficoltà a livello economico e sociale

di Gianluca Uda

La Guinea sta vivendo una situazione sanitaria complicata, già dall’inizio dell’anno il virus dell’ebola è riapparso nel sud del Paese creando forti preoccupazioni. Il ministero della salute con l’aiuto dell’OMS e di varie associazioni non governative hanno arginato i contagi e l’epidemia attualmente è sotto controllo e nessun nuovo caso è stato confermato. Già nel 2014 la Guinea aveva dovuto fronteggiare il virus dell’ebola, ma all’epoca non esisteva ancora un vaccino e lo stato non era preparato per un’emergenza di questa portata.

Quest’anno, nella regione N’Zérékoré nel sud del Paese, è stato isolato un caso di Lassa, un virus che causa una febbre emorragica e che si diffonde attraverso il contatto con alimenti od oggetti contaminati con urina o feci di roditori. Al momento non sono stati registrati altri casi, ma nella stessa regione attualmente a fare più paura è il virus Marburg. Apparso all’inizio del mese di agosto nella prefettura di Guékédou, questo virus spaventa molto la comunità scientifica a causa del suo elevato tasso di mortalità. Al momento è stato registrato solo un decesso collegato al virus e preventivamente più di cento persone sono state messe in quarantena. Il virus Marburg è molto simile al virus dell’ebola, ma la comunità scientifica ha già risposto tempestivamente all’emergenza e Medici Senza Frontiere è in prima linea per arginare la diffusione del virus con un team di esperti.

Questo virus prende il nome dalla città tedesca Marburgo dove fu isolato nel 1967 a seguito di un’epidemia di febbre emorragica verificatasi tra il personale di un laboratorio addetto alle colture cellulari che aveva lavorato con reni di scimmie verdi ugandesi. Tra il 1998 al 2000 la Repubblica Democratica del Congo ha registrato 128 morti causati dal virus Marburg, in Guinea è la prima volta che il virus appare e per questo motivo lo stato di allerta è alto.

Anche se attualmente la situazione relativa al virus Marburg in Guinea sembra essere sotto controllo, il Paese vive una situazione sanitaria complicata. Con l’arrivo della stagione delle piogge i casi di malaria sono fortemente aumentatie questa è un emergenza che annualmente si ripete. Ad essere più colpiti, con conseguenze spesso tragiche, sono specialmente i bambini. Molti ospedali e centri di salute non hanno i mezzi sufficienti per poter arginare il virus della malaria e questo causa numerosi decessi ogni anno. Anche la malnutrizione è un flagello che colpisce milioni di bambini e che a stento lo stato riesce a gestire. Sfortunatamente la mortalità infantile è ancora molto elevata, malattie come il morbillo sono ancora pericolose e l’accesso hai vaccini non è sempre facile.

A Conakry, la capitale del Paese, attualmente si stanno registrando i primi decessi causati dalla variante Delta del Covid-19. Questo appesantisce notevolmente un Paese che ha ancora grandi difficoltà a livello economico e sociale. La campagna vaccinale relativa al Covid è già iniziata, il Sinopharm, vaccino cinese, è al momento quello più utilizzato dopo l’Astrazeneca. Sfortunatamente però per una serie di motivi la popolazione non ha aderito pienamente alla campagna vaccinale. All’inizio della pandemia lo stato della Guinea sembrava non avere molti contagi relativi al Covid-19 e questo ha fatto abbassare notevolmente la guardia. Essendo un Paese giovane, in cui l’età media è diciassette anni, il virus non ha creato grandi disagi. La nuova variante però sembra colpire maggiormente i più giovani e sopratutto nella capitale l’allerta è alta.

Un quadro sanitario complessivo molto complicato che pesa fortemente su un Paese in cui l’economia è gestita prevalentemente dall’Occidente e dove la maggior parte delle risorse vengono esportate altrove. Anche a livello sociale ci sono ancora grandi difficoltà che lo stato non riesce a gestire. Fortunatamente il popolo Guineano è molto unito, una sorta di grande famiglia che nel momento del bisogno sa aiutarsi a vicenda.

Gli auguri di don Pierre per la Pasqua 2021

Ciao don Alfredo,

Innanzitutto, io sto bene. Le attività in parrocchia si svolgono abbastanza bene, solo che tutto è fermo. Coprifuoco di qua, isolamento di là… ma la verità è che non si capisce bene cosa stia succedendo.

Il nostro governo ci gioca con la pandemia e la usa per i suoi scopi. Dato che le persone contagiate sintomatiche e asintomatiche si stanno moltiplicando, le autorità locali hanno iniziato a fare le diagnosi intensive e ad utilizzare un meccanismo più efficace per aumentare i ricoveri e le cure farmacologiche. Stiamo comunque mantenendo il distanziamento sociale e tutte le altre misure per ridurre i contagi.

Eccoci giunti ormai alle feste pasquali! E’ un’opportunità per mandarvi i miei migliori e sentiti auguri di Buona Pasqua ed esprimervi sinceramente nello stesso tempo tutta la mia gratitudine per il vostro sostegno costante. I ragazzi stanno studiando bene, secondo quello che la situazione attuale permette e anche la costruzione della scuola prosegue bene.

Tutti noi: ragazzi, famiglie, Associazione AVED, autorità di Kissidougou… non smettiamo di pensare a voi e di pregare per voi. Ci dispiace davvero tanto per quello che state attraversando. Siamo molto consapevoli che non tutto quel che si perde in questi momenti dolorosi, può essere recuperato. Le perdite umane, lo strascico di effetti negativi sulla salute di chi è guarito, le problematiche psicologiche e quelle economiche… sono cose che conosciamo bene e perciò possiamo capirvi.

In realtà, per noi, le altre miserie quotidiane sono più insopportabili del virus Covid-19. L’anelito di tutti è di vivere ma l’esperienza quotidiana è di puntare intanto a sopravvivere. 

Con la Santa Pasqua,  chiediamo al Signore di toccare i nostri pensieri e i nostri cuori per ridarci forza e speranza, serenità e fiducia…per continuare coraggiosamente il nostro viaggio verso l’infinito di Dio.

Buona e Santa Pasqua a tutti.

Un abbraccio forte a tutti voi!

A presto. 

Don Pierre Baba Mansaré. 

La Pépinière prende gradualmente la sua forma definitiva
Con il tetto verde si vedono le classi dedicate ai bambini delle materne
I mezzi sono poveri ma la forza di volontà è proporzionale all’entusiasmo di partecipare alla realizzazione del compesso scolastico

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